Nel luglio 2021 la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva sull’efficienza energetica nell’ambito del pacchetto «Realizzare il Green Deal europeo», conformemente alla sua nuova ambizione in ambito climatico di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas a effetto serra dell’UE di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 e di diventare climaticamente neutra entro il 2050.

Secondo il quotidiano Il Messaggero, l’ultima bozza impone che entro l’1 gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali siano almeno in classe energetica “E” ed entro il 2033 almeno in classe D, mentre tre il 2040 e 2050 dovranno arrivare alle emissioni zero.

La proposta andrà in votazione tra il 23 ed il 25 gennaio 2023 per poi essere varata entro il 13 marzo 2023.

Si annuncia battaglia in sede alla Commissione.  Il  progetto di revisione presentato dalla Commissione europea a fine 2021, prevedeva addirittura il divieto di vendere le case con prestazioni energetiche peggiori. Sul punto Bruxelles era stata costretta a fare una immediata marcia indietro.

Gli eurodeputati hanno già depositato altri 1.279 emendamenti, in buona parte per sottolineare che l’impianto proposto dall’esecutivo Ue non tiene conto dei nuovi scenari economici e politici determinati dalla guerra tra Russia ed Ucraina.

La direzione è comunque quella dell’approvazione di un provvedimento dell’Unione Europea finalizzata a ridurre l’inquinamento provocato dagli immobili.

La ambiziosa finalità di arrivare, per gradi, alle emissioni zero tra il 2040 ed il 2050 , se sarà confermata come obiettivo rischia di passare per significativi interventi di ristrutturazione sugli immobili esistenti e per la previsione di importanti costi aggiuntivi nell’edificazione di edifici nuovi.

Quale impatto avrà la direttiva, una volta approvata, sul mercato immobiliare? E quale libertà di manovra verrà data agli Stati membri?

L’Europa non ha una storia urbanistica uniforme.

Immaginiamo solo le città d’arte italiane: quale destino commerciale è riservato agli edifici storici, con centinaia di anni di vita? Quali costi dovranno sostenere i proprietari per rispettare i parametri UE?

Attendiamo, con molta attenzione (ed un po’ di preoccupazione), l’esito delle votazioni sulla direttiva europea.