La Commissione europea ha approvato con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti, la direttiva “green” sugli immobili. Per il prossimo marzo è previsto il voto finale del Parlamento Ue.  I singoli governi daranno successivamente le linee guida “di attuazione” della normativa europea.

La direttiva  prevede che entro il  2030 tutti gli immobili residenziali debbano raggiungere la classe energetica “E”,   entro il 2033 la classe “D” con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni nel 2050.

Al momento sarebbero  esclusi i palazzi classificati come “beni culturali”, quelli nei centri storici o che potrebbero subire a seguito degli interventi una diminuzione del valore architettonico, le seconde case e gli edifici di culto.

L’Italia è un paese “vecchio” come patrimonio immobiliare, elemento però che rappresenta anche la peculiarità ed il pregio di molti edifici storici, disseminati su tutto il territorio nazionale. L’impatto della svolta di efficientamento energetico rappresenta quindi una vera incognita, sotto almeno tre profili:

  • La spesa che dovrà essere sostenuta per l’adeguamento europeo;
  • L’impatto sulla commerciabilità degli immobili;
  • l’appeal che potrà mantenere il patrimonio storico italiano, soprattutto sugli investitori esteri.

Per gli interventi richiesti è possibile chiedere un mutuo “green” , per il quale, attualmente, le banche offrono infatti uno sconto anche di 10 punti base sul costo del mutuo.  Nonostante un aumento dei costi del 25% a causa dell’impennata dei tassi, il numero dei mutui green nel 2022 è cresciuto del 324%.

Indipendentemente dal ricorso ad istituti di finanziamento, il tema centrale è probabilmente un altro: la necessità di aiuti ed incentivi economici  statali per i privati che dovranno sostenere  le ingenti spese di ristrutturazione.

Da non sottovalutare poi la problematica e l’impatto che le opere avranno sugli immobili messi a reddito con le locazioni: è evidente che l’esecuzione delle opere sarà incompatibile con la presenza dell’inquilino. Come consentire al proprietario l’esecuzione degli interventi se l’immobile è occupato? E chi risarcirà il proprietario, una volta liberato l’immobile dal conduttore, dei costi legali e della perdita della rendita locativa?

Sarà quindi importante le scelte che, a livello governativo, verranno prese: con i giusti incentivi la svolta green potrebbe aprire nuove filiere economiche, creare opportunità e nuove figure di specializzazione lavorativa, oltre a valorizzare il patrimonio immobiliare.

Diversamente, le politiche green europee rischiano di trasformarsi in una pericolosa spada di Damocle per la nostra economia.